La cura Colao che non tiene conto della malattia
.10 Giu

La cura Colao che non tiene conto della malattia

(di Mirella Casiello) Il dottor Colao guarda l’Italia dalla City e scodella la sua ricetta per la Giustizia senza conoscerne i numeri nella sua reale portata.

Si dovrebbe cominciare dall’aumentare gli organici e implementare il PCT (come ripetono da anni gli Avvocati) e lasciare le risorse che il comparto produce all’interno del sistema. Del resto, lo spettacolo che stanno dando le cancellerie in queste settimane la dice lunga sulla necessità di “rinverdire”  la forza lavoro !

Troppo semplice insistere sulle risoluzioni alternative, sottraendo il cittadino al Giudice naturale precostituito per Legge. I modelli conciliativi funzionano quando il Processo funziona. Se il Processo non funziona, ci sarà sempre almeno una delle due parti che non ha  interesse a coltivare la transazione. E non mi addentro qui in riflessioni sul  pantano delle esecuzioni e della effettiva possibilità di ottenere un risultato concreto alla fine del percorso giudiziario

Quasi banale il passaggio sulle cause di “modesto valore”: qual è la misura della modestia ? Quella di chi vive da manager nella City o quella dell’operaio con famiglia monoreddito a cui negano una indennità ?

Sa il dottor Colao che la maggior parte dei giudizi pendenti dinanzi alle Sezioni del Lavoro dei Tribunali vede come convenute le pubbliche amministrazioni?

Sa il dottor Colao che il maggior carico della Cassazione è determinato da processi in materia tributaria (laddove lo Stato impugna fino all’ultimo grado, anche quando il contribuente ha vinto i due gradi precedenti ?) Mutuando Cicerone che scriveva “ è necessario scegliere dopo aver giudicato e non giudicare dopo aver scelto“, forse si dovrebbero conoscere i numeri e le procedure prima di scrivere ricette che non tengono conto del male da curare.

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